Capitolo 15. Che cosa sta succedendo, Rubens Gatto?

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Tavoli con sedie in colori spaiati, sotto calotte alluminio ripiene di luce. Tovagliette di carta bianca disposte in schiere militari, le posate arrotolate dentro salviette rosse come sciabole da parata. Fa alcuni passi, le scarpe di cuoio scricchiolano sul pavimento di legno grezzo. Una band sul fondo suona a ripetizione un vecchio pezzo della PFM, ma il locale è vuoto, completamente vuoto. Che cosa sta succedendo, Rubens Gatto?

Pausa di riflessione, battuta d’arresto o quello che il §7.3.3 della ISO9001:2008 chiama riesame della progettazione e sviluppo? Comunque la  mettiamo, è passato un po’ di tempo da capitolo e foto precedenti. La ragione è che a luglio “arrivo lungo”, stanco da un anno di lavoro (quello vero, intendo), con mille attività da chiudere prima delle ferie e il caldo che alza il livello di nervosismo. Torno a casa con la testa piena, con la voglia solo di mettermi le ASICS e andare a correre lungo l’argine. Anche la sera i figli (in vacanza, loro) ora stanno alzati fino a tardi e reclamano partite a Cluedo o a Macchiavelli…

E così mi sono fermato, ho lasciato decantare il testo. Ho letto qualche libro di riferimento della “concorrenza”, cercando di capire cosa ne apprezzavo veramente e come migliorarmi. E poi ho riletto il mio lavoro. Daccapo, tutto d’un fiato. Con l’intento di coglierne la visione di insieme, di assaporarne il gusto complessivo. Un vero e proprio riesame di progetto, che mi ha portato a ritoccare qualche parte, sfrondare alcuni passaggi, rendere più “secchi” alcuni dialoghi. E per sancire questa milestone ho anche deciso che la foto sarebbe stata qualcosa di più: un video.

Ora siamo al punto in cui la valanga degli eventi si è staccata e inizia a prendere velocità. L’avvocato Rubens Gatto e l’investigatore Celestino Maculan iniziano a ricostruire i fatti. Per farlo si incontrano in un locale deserto, come quello in cui siamo capitati una sera dello scorso inverno io e Laura. I figli dai nonni, in tasca i biglietti per uno spettacolo teatrale a Verona e nel tragitto perfino il tempo per una cena da “morosi”. Siamo incappati in un locale messicano alle porte della città. Vista l’ora era completamente deserto, ma una band suonava imperterrita davanti ai tavoli vuoti. Inquietante. Un’atmosfera da riprendere con lo smartphone e tenere buona per il libro!

 

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