Capitolo 9. Rubens Gatto, avvocato penalista.

Capitolo-9
Sony NEX-5 con Zeiss Planar 45mm – 1/30 f/2 ISO 400 RAW

“Sarà una giornata lunga. L’udienza conclusiva, la requisitoria che consegna quattro anni di lavoro nelle mani del Giudice, in quel limbo di tempo inquieto prima del verdetto. E già oggi daccapo con un nuovo interrogatorio. Perché se anche quell’uomo non si consegna subito, lo prenderanno. È solo questione di ore. A quel punto toccherà a lui, Rubens, correre: in carcere, caserma, questura, ovunque sarà. Sì, lo aspetta una giornata lunga. Afferra la sua borsa in cuoio ed esce.”

Capitolo nove, finalmente è di scena Rubens Gatto, avvocato penalista. Sì, è proprio lui, il “mio” protagonista di NON TI SVEGLIARE, che qui ritorna con un caso ancora più complesso e struggente. L’ho detto sin dall’inizio, dalla prima presentazione di NON TI SVEGLIARE (a proposito, è iniziato lo Spring Tour 2013, date un”occhiata alle date, se siete in zona fate un salto 🙂 ) l’idea è sempre stata quella di creare un personaggio “seriale”, che potesse ritornare in romanzi successivi ed evolvere anche nella sua vicenda personale e umana.

E quale immagine può rappresentare un avvocato, se non la classica borsa in cuoio da legale? Nella foto, quella che faccio impugnare a Rubens tutti i giorni, come un’arma bianca. Ha oltre vent’anni, è sformata, strisciata, il manico ricucito più volte, ma ci sono particolarmente affezionato e la uso ancora: è il regalo di Laura per la mia laurea.

Ad esser precisi, Rubens Gatto è già comparso nei capitoli precedenti. Una serie di minuscoli dettagli, indizi, piccoli spot che ne hanno preparato l’arrivo. Tuttavia, l”ingresso in scena è particolare. Non in aula, non a fianco di un cliente davanti al PM, ma in una  notte insonne. Pensieri che gli entrano in testa come in una rapina in villa e Rubens che inizia a vagare nella sua casa, con il bisogno di ascoltare musica. Un po’ come le notti insonni che capitano a me ogni tanto. Un pizzico di stress da lavoro, una manciata di preoccupazioni per i figli, una spolverata di ansia per il nostro futuro e mi ritrovo là ad osservare il buio. La cosa migliore, a quel punto, per me è alzarsi e scrivere un po’. Ed è esattamente così che ho chiuso anche questo capitolo.