La narrazione del Veneto contemporaneo attraverso il meccanismo del thriller, è questa l’idea alla base della mia scrittura.

Non ti svegliare arriva dopo alcuni anni di sperimentazione focalizzata essenzialmente sulla narrativa breve (thriller e noir), nei quali ho messo a punto stile e tecnica di scrittura, ottenendo qualche buon risultato in concorsi letterari e pubblicando in ordine sparso alcune manciate di racconti, poi raccolti nell’antologia In Un battito di Ciglia.

Il progetto, la sfida, alla base di Non ti svegliare era la costruzione di un legal thriller ispirato per scrittura ai “Grandi Contemporanei” di scuola anglosassone, ma calato nella realtà italiana e coerente con le prassi del nostro sistema giudiziario. Ovvero volevo un thriller dove predominasse il meccanismo del giallo, dell’enigma legato ad un omicidio inspiegabile e della conseguente caccia ad un assassino, ma che avesse per protagonista un nostro avvocato penalista, che agisse nel contesto italiano e con i metodi previsti dal nostro Codice di Procedura Penale.

Da qualche anno infatti, l’introduzione anche in Italia del concetto di investigazioni difensive (il celeberrimo 391bis) ha conferito finalmente un potenziale fascino “letterario” al nostro ordinamento giudiziario, aprendo smisurati orizzonti a noi narratori.

A onor del vero, è forse raro che un avvocato penalista svolga un’indagine difensiva complessa ed articolata come quella narrata in Non ti svegliare. Sia per una questione di costi e mezzi, sia perché nella stragrande maggioranza dei casi a cosa serve?A scoprire che il proprio cliente è realmente colpevole, ha realmente rubato, violentato, assassinato? A meno che, forse, non esista una situazione grigia, in cui la magistratura porta avanti la sua azione su elementi indiziari ed il cliente non sia in grado di contribuire alla ricostruzione dei fatti. E proprio qui inizia la storia di Non ti svegliare

Pur se di taglio legal, il romanzo non è però puramente ambientato “in aula”. Volevo un’indagine che si muovesse sul terreno, rapida, incalzante, calata nell’atmosfera della provincia italiana in cui vivo, con richiami ai miei inutili anni ottanta.

Dove io mai è la naturale evoluzione di Non Ti Svegliare. La vicenda è diversa, totalmente autonoma come lettura, ma  protagonisti e  personaggi minori sono i medesimi del primo libro. Il “mondo” in cui si muovono è esattamente lo stesso, qualche anno dopo. Dove io mai è di nuovo il racconto della provincia Veneta attraverso una vicenda thriller che sfida il lettore con un rompicapo enigmatico. 

Mi rendo conto che anche il mio stile è evoluto. Ho lavorato molto sulla fluidità di lettura, il testo è più veloce, più scorrevole, ho fatto tesoro credo delle critiche a Non Ti Svegliare. I primi lettori mi hanno fatto notare inoltre che nella narrazione c’è una vena di ironia marcata e piacevole. Segno che scrivere mi diverte.

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