Capitolo 12. Senza apparente via d’uscita.

Capitolo-12
Sony NEX-5 con Zeiss Planar 45mm – 1/400 f/2 ISO 200 RAW

“Provai con il catenaccio, ma non si mosse. Mi afferrai con due mani al pomolo arrugginito e diedi alcuni strappi isterici, mentre il cuore mi accelerava all’impazzata. Le braccia mi divennero molli e la pancia un blocco di budino, provai ancora, ancora ed ancora, ma non avevo più forza e mi accasciai contro il portoncino sentendo le lacrime arrivare.”

Immaginate di avere 10 anni e trovarvi in una condizione di imminente pericolo. E per pericolo intendo proprio un rischio fisico, che minaccia la vostra incolumità. Cosa fareste? A 10 anni si può fare una sola cosa: scappare, correre via il più velocemente possibile. Ma se la corsa finisce contro un vecchio portone sbarrato? E’ la situazione del capitolo 12, dove gli eventi hanno cominciato a prendere una brutta piega, senza apparente via d’uscita.

Ho scattato questa foto mentre aspettavo mia moglie fuori da Villa Mugna, la sede comunale del mio paese. Lei aveva qualche certificato da richiedere, io ho preferito aggirarmi con la NEX e lo Zeiss 45 alla ricerca di qualche buona inquadratura per questo progetto. Nella zona più vecchia della Villa, pressochè abbandonata, un raggio di sole illuminava il catenaccio di un portone in disuso. Ho scattato, immaginando in quale vicolo cieco avrei potuto far finire la corsa di quel bambino di 10 anni.

Questo capitolo è significativo anche per un altro motivo. Nella parte finale l’io narrante si lascia sfuggire qualcosa. Un piccolo dettaglio, giusto alcune parole. E’ il primo collegamento tra i due piani narrativi del libro. Il primo ponte tra i due mondi, finora apparentemente così lontani.