Capitolo 8 – Un grande albero con la chioma mezza secca

Capitolo-8
Sony NEX-5 con Zeiss Planar 45mm – 1/4000 f/2 ISO 200 RAW

In quel momento stavo guardando proprio l’albero con la chioma mezza secca e quelle parole si conficcarono da qualche parte nel mio cervello come punte di spillo. Mi scostai bruscamente dalla fessura, come se qualcuno mi avesse improvvisamente infilato un dito in un occhio.

Giusto sulla strada che faccio per tornare a casa, fino ad alcuni anni fa c’era una vecchia casa ricoperta di vegetazione. Ogni giorno svoltavo in una viuzza stretta tra alcuni edifici e un alto muro di pietre. Dietro il muro, alto almeno tre metri, si intravedeva il tetto di un rudere abbandonato, asfissiato da una vegetazione incolta e con la facciata ricoperta dai rampicanti. Ci sono passato davanti per anni, almeno due volte al giorno, senza notare niente di particolare. Quella casa e il verde che la inglobava faceva parte dello skyline della mia vita. 

Poi, un giorno qualcosa è cambiato. Forse un’eredità, un passaggio di proprietà e sono arrivate pale e ruspe. In pochi giorni hanno abbattuto il muro di cinta, spianato il rudere e ripulito il terreno. Dal nulla ho visto comparire un albero, un enorme albero che negli anni non avevo mai notato, per come era stato fagocitato dai rampicanti. Aveva la chioma secca su un lato, come quelle capigliature con un ciuffo stranamente bianco. E’ rimasto lì qualche giorno, accanto ai cumuli di detriti, a farsi rimirare da bambini e automobilisti. Poi è stato abbattuto e fatto a pezzi. La notizia è rimbalzata perfino sui giornali: è saltato fuori che quello era uno dei grandi alberi censiti nella provincia di Vicenza, protetto da una legge regionale e non avrebbe potuto fare quella fine. Ma le esigenze del business e dell’edilizia selvaggia ancora una volta avevano prevalso. E poi, ormai, a posteriori era rimasto ben poco da fare. Per compensare, hanno costruito un bel casermone con appartamenti e negozi e stop.

Quel grande albero con la chioma mezza secca mi è rimasto lì, come un boccone di traverso al cuore. Per la fine che ha fatto o perché io non ero stato capace di notare una cosa così enorme per anni. Ho deciso di farlo rivivere ora nella mia storia e anzi, farlo diventare il perno attorno cui la vicenda inizia a complicarsi. E’ una piccola stupida cosa, è vero, ma cosa volete farci, è proprio il genere di stupide cose a cui non resisto.