“Il respiro dei grilli era sempre lì, sempre lo stesso di quel giorno. Osservai la casa in pietra, il fienile, il grande albero mezzo secco. Sembrava tutto uguale alla volta precedente. O forse no? C’era qualcosa di diverso?”
Quella vecchia casa nel nulla della campagna veneta esercita una strana attrazione sul nostro piccolo protagonista. Già una volta era riuscito a sfuggirle, ma ora vi è tornato, quasi inconsciamente. Un po’ come quando hai perso un dente e con la lingua torni a tastare il sentore del sangue sulla gengiva. Nel capitolo 16 è finito di nuovo là, con il bisogno di osservare e cercare di capire cosa c’è di sbagliato in quel luogo.
L’ispirazione per questa casa, il centro del mondo narrativo per i prossimi capitoli, mi è venuta da un casolare abbandonato lungo la S.P.17. Per esigenze “drammatiche” l’ho circondata da un alto muro, ma il luogo che ho in mente quando scrivo è quello che vedete nella foto (e sì, se avete seguito uno dei miei reading su NON TI SVEGLIARE, il casolare è anche quello citato parlando del XXIII Premio Calvino… ).
La foto copre 180° di orizzonte ed è ottenuta unendo più immagini scattate in sequenza. Ho sempre adorato questo tipo di “foto a giro”, la mia prima l’ho scattata da ragazzino sotto le tre cime di lavaredo con la Minolta Hi-Matic di mio padre, e ho poi unito con lo scocth 12 foto in 10×15 su una parete della mia camera. Oggi è molto più semplice, la NEX ha la funzione panorama che sforna un JPG già pronto, funziona bene quasi quanto lo scotch!
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