Categoria: Tech

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Piccolo Terrarium chiuso da scrivania

close terrarium

Pronti per il ritorno al lavoro dopo queste strane vacanze natalizie in lockdown? So che mi aspetta un periodo intenso, in cui la trasformazione del portafoglio prodotti in ottica green deal sarà il fulcro delle attività del prossimo anno (e dei successivi). Per prepararmi, nel mio ultimo giorno di ferie (in parte dedicate alla scrittura) ho costruito un terrarium chiuso, un piccolo segno da tenere sulla scrivania per ricordarmi ogni giorno dove vogliamo andare ed il perché del mio lavoro.

Il terrarium chiuso è un micro ecosistema autonomo e virtualmente indipendente. Le piante hanno luce e nutrimento per crescere, l’umidità evapora da terreno e vegetazione, si ricondensa sul vetro e viene filtrata dal carbone attivo in un ciclo continuo. Il terrarium chiuso è ideale per l’ufficio, non ha bisogno di manutenzione e le piantine sono protette (in particolare dai trattamenti di sanificazione anti-covid che vengono effettuati quotidianamente negli uffici).

Ecco come ho costruito il mio piccolo terrarium chiuso da scrivania:

  1. Ho recuperato dalla soffitta un vaso di vetro con coperchio ed un ritaglio di tela per casse acustiche. Ho acquistato del carbone attivo ed ho raccolto ghiaino, sassi, terriccio, muschio e piantine dal mio giardino di casa. Ho scelto erbe che crescono in zone umide e con del fogliame di foggia differente: violetta, margherita, non-ti-scordar-di-me e altre di cui ignoro il nome…
  2. Sul fondo del vaso ho messo per prima cosa il ghiaino,
  3. poi ho sovrapposto un letto di sassi.
  4. Sui sassi ho posto il ritaglio di tela per casse acustiche, sopra cui ho messo il carbone attivo (circa 70-80g). Se non avete come me la passione dell’autocostruzione di casse e sistemi audio forse non avrete dei ritagli di tela acustica in casa, in alternativa potete usare un ritaglio di zanzariera o una retina a maglia fitta. L’importante è inserire un materiale divisorio, che lasci filtrare l’acqua, ma eviti che carbone e terriccio si mescolino ai sassi.
  5. Ho poi aggiunto 2-3cm di terriccio sopra il carbone attivo, alcune pietre e un pezzetto di ramo a scopo decorativo
  6. Ho posizionato piantine e muschio, cercando di creare una composizione piacevole, Infine ho nebulizzato un po’ di acqua e chiuso il vaso.

Il risultato è quello che si vede in foto. Per la manutenzione, nelle prime settimane va osservato il vetro, deve comparire un po’ di condensa al mattino e alla sera, se così non fosse occorre nebulizzare un po’ di acqua. Se invece la condensa permane tutto il giorno, significa che l’ecosistema è troppo umido e va lasciato aperto il coperchio del vaso per qualche ora.

Ecco fatto, il piccolo terrarium chiuso non ha bisogno d’altro, per anni se va bene. Ma sarà sempre lì, sulla scrivania del mio ufficio ad indicarmi la via.

 

Ready to go back to work after these strange Christmas holidays in lockdown? An intense period awaits me, in which the transformation of the product portfolio in a green deal perspective will be the focus of next year’s activities. To prepare me, on my last day of vacation I built a closed terrarium, a small sign to keep on my office desk to remind me every day where we want to go and the reason for my work.

The closed terrarium is an autonomous and virtually independent micro-ecosystem. Plants have light and nourishment to grow, moisture evaporates from the soil and vegetation, condenses on the glass and is filtered by activated carbon in a continuous cycle. The closed terrarium is ideal for the office, needs no maintenance and the plants are protected (in particular by anti-covid sanitizing treatments that are carried out every day in offices).

Here’s how I built my little closed terrarium:

  1. I recovered a glass vase with a lid and a piece of canvas for loudspeakers. I bought some activated charcoal and collected gravel, stones, soil, moss and seedlings from my backyard. I chose herbs that grow in humid areas and with differently shaped foliage: violet, daisy, forget-me-not and others whose names I don’t know…
  2. At the bottom of the vase first I put the gravel;
  3. Then a layer of white stones;
  4. On the stones, I placed the canvas cutout for loudspeakers. Over it, I put about 70-80g of activated carbon. If you don’t have a passion for DIY speakers and audio systems, maybe you don’t have at home scraps of acoustic canvas, but you can use a cutout of mosquito net or a tightly meshed net. What you need is a dividing material, allowing water filtering, but preventing carbon and soil from mixing with the stones.
  5. I then added 2-3cm of soil over the activated carbon, some stones and a piece of bark for decorative purposes.
  6. I placed seedlings and moss, trying to create a nice composition. Finally, I sprayed some water and closed the pot.

 Finished! The result is in the picture. For maintenance, just check the glass: a little condensation shall appear in the morning and in the evening, if not, you have to spray some water. If, on the other hand, the condensation persists all day, it means that the ecosystem is too humid, open the lid for some hours.

That’s it, the small closed terrarium needs nothing else, for years if all goes well. But it will always be there, on my office desk to show me the way.

Copertina Libro – da una foto alla veste grafica del nuovo thriller

Copertina Libro

Eccomi al lavoro sulla nuova copertina libro. Ho sempre pensato che la copertina sia parte integrale del processo creativo di un romanzo. La copertina libro è il punto di “primo contatto” con chi legge, è quella che ti fa allungare la mano verso lo scaffale, che ti guarda dal comodino la sera, che poi resterà là nella tua libreria. In realtà la copertina libro difficilmente è sotto il controllo di un autore. Ho conosciuto editori che reclamavano per sé ogni diritto di scegliere grafica, immagine, contenuti. Della serie “L’autore si preoccupi di scrivere la storia, il resto è solo dell’editore”. Certo, ogni casa editrice ha la sua linea grafica, le sue regole di collana, la sua impronta “visiva” da imprimere al libro. E’ giusto, ma per me, appassionato di foto e grafica, sarebbe una sofferenza non poter esser parte attiva anche nel processo creativo della “confezione esterna” del nuovo libro.

Con NON TI SVEGLIARE ho avuto la fortuna di avere un editore – CIESSE – che ha acconsentito a farmi collaborare e la grafica della copertina libro l’avevamo elaborata assieme, partendo da una foto scattata da me. Ora, avendo deciso per questo nuovo romanzo di percorrere la via della pubblicazione indipendente su Amazon (ci torneremo e vi spiegherò perché)  devo fare tutto da solo. Se per qualcuno può essere un problema, per me è una fortuna e un divertimento.

Il soggetto per la copertina libro che avevo in mente da tempo è una casa abbandonata, che ricorre spesso nei miei scatti, tanto che l’ho proposta qualche volta anche nelle presentazioni di NON TI SVEGLIARE: sul lato opposto campeggia la scritta “VENETO STATO” con la N rovesciata… se qualcuno si ricorda :). La foto alla fine che ho scelto è quella per l’ultimo capitolo del progetto 1=1. Fa parte di una serie che ho scattato una domenica mattina di nebbia durante un giro in MTB

Perché quella casa? Beh, una casa abbandonata è il centro narrativo di una parte del libro… e c’è anche un grande albero, che sono riuscito a far stare nella quarta di copertina. Ma questo riguarda la storia, o meglio la sinossi, su cui sto ancora lavorando. A presto.

 

Spazio esaurito con WordPress? Ecco le soluzioni

Come potete notare, questo sito è sviluppato su WordPress, una piattaforma con molti pregi e alcuni difetti. Uno di questi, con cui mi sono scontrato negli ultimi mesi è il rapido incremento dello spazio occupato su disco in talune circostanze. Se, come nel mio caso, il vostro piano hosting non è illimitato può succedere di ritrovarsi ad avere spazio esaurito con Wordpress! Questo accade in particolare se il sito è ricco di immagini come www.stefanovisona.it , sia caricate internamente, sia linkate esternamente. Le ragioni sono due, diverse tra loro, ma per entrambe c’è una soluzione. Applicando quanto vi spiego di seguito sono riuscito a ridurre da 199MB a 135MB lo spazio occupato sul server (sui 200MB previsti dal mio piano hosting), senza perdita di performance. IMPORTANTE: fate un backup di tutto prima di iniziare!

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Mal di gola rimedi della nonna: il decotto di Nonna Ines

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Arriva il freddo e arrivano i malanni di stagione. Solo pochi giorni fa avevo osato pensare che quest’anno l’inverno mi stava andando benino, nemmeno un raffreddore o un colpo di tosse. Mi ero illuso di essermi temprato con quel paio di corsette settimanali che riesco a fare con assiduità (il cui vero scopo è lasciar fluire qualche nuova idea narrativa e mantenere il fisico in uno stato non debordante). Illuso, appunto.

Alcuni giorni fa uno dei figli torna da scuola con il mal di gola. Alla sera ha tonsille color del fuoco e due linee di febbre. Al telefono, nonna Ines raccomanda di stare al caldo, mettere maglia di lana e propone un suo decotto mi-ra-co-lo-so. Ecco, penso, mal di gola rimedi della nonna (ma non lo dico, da bravo figliolo). Rispondo con tachipirina e sciroppi dal nome medicaltecnico. Due giorni dopo è la volta della figlia, due linee di febbre e un mal di gola fulminante che la lascia senza voce. E’ il virus preinfluenzale di quest’anno, che sta decimando le classi a scuola. Alla sera al telefono Nonna Ines raccomanda anche per lei caldo, maglia di lana e decotto. Figurarsi, penso io. Di nuovo diamo fondo all’armadietto dei medicinali. Qualche giorno dopo, come in un film apocalittico, mi sveglio con la gola in fiamme. Ecco, sono contagiato anch’io. Non dico nulla a Nonna Ines e inizio a trangugiare antiinfiammatori, aspirine e spararmi spray sulle tonsille. Dopo tre giorni, senza più voce e con la gola che sembra ricoperta di cartavetrata al telefono le mormoro “Ehm, com’era la storia di quel decotto?”

Lei dice che me lo prepara subito, di andare a prendermelo. Ma no, non voglio correre il rischio di contagiarla e la convinco a darmi la sua ricetta segreta! Segue una discussione empirico-tecnica (una manciata a quale sistema di misura si riferisce, non è nel SI, vero?) e sospendendo il mio scetticismo scientifico seguo le sue istruzioni e me lo preparo. Due giorni di gargarismi con il suo decotto e zac! La mia gola è a posto! Alla faccia di mal di gola rimedi della nonna!

A questo punto, forse è giusto che il mondo sappia di questo portentoso liquido da gargarismi, ecco la ricetta del decotto di Nonna Ines (Nota: tutte le dosi sono date in doppia unità di misura, tra parentesi in corsivo quelle nel sistema di riferimento di Nonna Ines)  :

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1. Raccogliete e lavate 20 foglie di salvia (una bella manciata). Fatele bollire in 500ml di acqua (mezzo pentolino) per 15 minuti. Spegnete il fuoco e lasciate raffreddare.

2. Strizzate e togliete le foglie dal liquido ottenuto (bruno, zozzo, con un po’ di schiuma biancastra, ma non allarmatevi), filtratelo con un passino e passatelo in una caraffa. Aggiungete acqua fredda fino ad arrivare a 750ml totali di liquido (quasi tre quarti di pentolino).

3. Aggiungete 250ml (un bicchiere) di aceto bianco di vino. Mescolate e mettete in frigorifero.

4. Il decotto va usato per fare 4 – 6 gargarismi freddi al giorno (non va bevuto!). Quando è il momento del gargarismo, versate mezzo bicchiere di liquido e aggiungete a freddo 5ml (un cucchiaino) di miele. Questa è la parte difficile, il liquido è freddo e il miele fatica a sciogliersi. Usate cucchiaino e forchetta per farlo entrare in sospensione (lavorando il miele con la forchetta come se fosse l’uovo per la carbonara, per intenderci).

5. Fate gorgogliare il liquido in gola: gloglorogloroglorglorogloroglor e sptchù. Se vedete dei residui brunastri nel lavandino non allarmatevi, non sono le vostre tonsille, ma la dimostrazione secondo Nonna Ines che il decotto funziona.

6. Riposatevi al caldo sotto una coperta, magari con un buon libro. Qualche consiglio? Beh, occorre proprio che ve lo dica?

 

 

 

 

Indoor cycling – basic info

videoistruzioni

ingleseUsing the NON TI SVEGLIARE indoor cycling video is very simple: I sit on my indoor bike and start riding. On the screen I get all information I need during the workout: position (1)(2), exercise to do (3), RPM cadence (7), total session time (8). Every exercise is pre-announced by a message (6), than chronometer (4) blinks and starts, indicating the required exercise time length.

Positions and exercises

In NON TI SVEGLIARE video there are 5 kind of exercises:

seat_flat

Seated FLAT

Basic position for warm-up, recovering or transition between other exercises. Stay on seat and let your legs spin, imagine to be on a plain road. Hands in position 1 (see below), cadence between 90 and 110 RPM

 

 

seat_climbSeated CLIMB

Remain on seat with increased wheel resistance. It is like you are climbing a hill in a long, constant slope. Hands in position 2, cadence  between 80 – 90 RPM

 

 

jumpingJumping

Continue cycling and shift from the seated to standing position and back for four times (4X) or eight times (8X). Listen to the sound in background (ding) for correct cadence and take care that jumps are performed by transitioning in and out of the saddle in a smooth, controlled movement.

 

runningRunning

Move up from the seat and continue spinning. Remains in standing, upright position and make a run for the time indicated by chronometer. Hands in position 2 and light to moderate wheel resistance.

 

 

climbingClimbing

Increase strongly wheel resistance and stand up, hands in position 3, put 80% or your weight on pedals, 20% on arms. Slope in front of you now is hard, but you wanna reach the top of the mountain!

 

 

Hands positions

hand_positionsDepending on exercise, it is expected you put hands in this way:
1: Hands placed in the center, you can also place the hands one on top of the other in this position. Used for warming up, cooling down, or recovering between other exercises.
2: Hands are just after the upward curve on the handle bars. Most used during exercises: seated climbing, running and jumping.
3: Hands hold on to the top of the handles. This position should only be used when standing for a climbing. If using while seated, you could strain your back.

 Effort control / wheel resistance

You know, in a spin bike you control the effort increasing/decreasing the wheel resistance, usually through a knob acting on the brake pads. On the screen (5) you will receive just some basic indication:

+ increase wheel resistance
  decrease wheel resistance
>>>  increase your speed

but you should fine adjust the wheel resistance having a look to the cadence (7) and depending on your fitness condition, your capability to do the workout, etc. Adjust the effort always according to what you can do! 

Last but not least.

Ok, I already wrote, but this video is not meant to be exercise and/or personal recommendations and can not teach you indoor cycling discipline. If you want to learn or try it, first of all ask to a good personal trainer! Moreover, Indoor Cycling is an intense cardiovascular activity, so you must be in appropriate health condition to do it. Always consult your physician before starting any exercise program!

Borsa fotografica (fai da te) per MTB – Bici

SONY DSC italiano Le uscite in MTB del fine settimana sono per me da sempre l’occasione per qualche scatto (o meglio, la macchina fotografica è la scusa giusta per fermarmi di tanto in tanto).

Se la NEX5 con il 16mm la potevo più o meno infilare in tasca, la Sony A7 (con magari un secondo obiettivo) ha bisogno di qualcosa di più serio.

Ho preso una sacca anteriore per manubrio da Decathlon, (qui) a un prezzo interessante. Capiente quello che serve, semirigida, si fissa al manubrio con due cinghie di velcro, permettendo di montarla rapidamente solo quando serve (ecco, magari non la uso in gara o in downhill)

SONY DSC

Certo, l’idea di infilarci dentro la A7 e lasciarla là a sbatacchiare, magari in discesa sullo sconnesso a 45 km/h brrrr… .

In casa avevo degli imballaggi per schede elettroniche, residuo di un intervento di riparazione sulla lavastoviglie. Con forbici e cucitrice ho modellato il supporto in cartone sulla forma interna della sacca e ho creato un divisorio tra corpo macchina e secondo obiettivo.

Il risultato è quello che vedete nelle foto, la preziosa Sony A7 perfettamente avvolta nella gommapiuma bugnata e rapidamente raggiungibile durante l’uscita in MTB. Un’unica raccomandazione: dopo aver riposto la macchina fotografica chiudete sempre la cerniera della sacca, per evitare che un sobbalzo particolarmente energico (o una caduta) la possa far volare fuori.

SONY DSC inglese In my MTB tours in the week-end I’m always used to bring with me my camera (for shooting or better, for stopping time to time). My old NEX5 + 16mm can stay in a pocket, but new Sony A7 requires something more serious.

I found a handlebar bag at Dacathlon (here), cheap, large enough, semi-rigid. It attaches to the handlebars with two velcro straps, allowing you to quickly mount it only when you need it (well, maybe not use it for racing or downhill).

At home I had some packaging of electronic boards, remains of a repair on the dishwasher. With scissors and stapler I modeled the cardboard support on the internal shape of the bag and I created a divider between the camera body and the second lens.

SONY DSC

The result is what you see in the photos, the precious Sony A7 perfectly wrapped in embossed foam and quickly reachable during the MTB tour. Just a recommendation: after placing inside the camera always close the zip of the bag, to avoid that a jump (or a fall) can fly it out.

Indoor Cycling Workout nei luoghi di NON TI SVEGLIARE

inglese Wanna do some exercises, maybe loosing few pounds you get during the holidays , but it’s raining outside , it’s dark and the cold is sharp ? Then it’s time for a session of Indoor Cycling ( Spinning ) . The nearest gym is at 10km, time schedules are incompatible with your job, the instructor does not know how to motivate you? Then do like me: place your spinning bikes in front of the TV and pedal through the hills and lands where NON TI SVEGLIARE is set!

What I show here is a full session of Indoor Cycling lasting 52 minutes, made ??by me to keep my workout when I can not go out in MTB . The sequence of exercises is marked by icons and messages overlay the video. For those who practice this activity, everything should be clear , further info I’ll do in a future post.

The workout includes a first heating phase of 7 minutes , followed by 10 minutes of preparatory jumps. After that, things change and get serious , with a progressive sequence of running and climbing, up to about 30 ‘ . First times or when you are not in shape , you can just slow down and stop at around 33 ‘ . Otherwise, enjoy the second part of the workout , the more tough, with running and climbing increasing in difficulty and duration up to about 44 ‘ . Following the cool-down and stretching (do in any case, if you’re in a hurry do after the minute 48 ‘ , otherwise after the end of the video).

WARNING: This video is not meant to be exercise and/or personal recommendations, but only example of workout that I have completed. The author will not be responsible or liable for any injury, illness or death resulting from the use of the information contained in this video. Always consult your physician before starting any exercise program.

Music by Audionautix.com
Video, editing and mix by stefanovisona.com
Licenza Creative Commons This video is freely distributed with Creative Commons License by Attribution 3.0 Unported
 

italiano Volete fare un po’ di esercizio fisico, magari smaltire qualche chilo messo su durante le feste, ma fuori piove, è buio e il freddo è tagliente? Allora è il momento di una sessione di Indoor Cycling (Spinning). La palestra più vicina è a 10km, gli orari che pratica sono incompatibili con i vostri impegni di lavoro, l’istruttore non sa motivarvi nemmeno un po’? Allora fate come me: piazzate la vostra bici da spinning davanti alla TV e pedalate attraverso i luoghi di ambientazione di NON TI SVEGLIARE!

Quella che vi mostro qui è una sessione completa di Indoor Cycling della durata di 52 minuti,  da me realizzata per tenermi in allenamento quando non posso uscire in MTB. La sequenza di esercizi da effettuare è scandita da icone e messaggi in sovrimpressione al video. Per chi pratica questa attività tutto dovrebbe esser chiaro, ulteriori approfondimenti li inserirò in un prossimo post.

Il workout prevede una prima fase di riscaldamento di 7 minuti, seguita da una decina di minuti di jump preparatori. Dopo, le cose cambiano e si fa sul serio, con una sequenza progressiva di running e climbing, fino a circa 30′. Le prime volte o quando non siete proprio in forma potete rallentare e fermarvi attorno ai 33′ . Altrimenti affrontate la seconda parte dell’allenamento, più tosta, con running e climbing a difficoltà e durata crescente, fino a circa 44′. Segue la parte di defaticamento e stretching (da eseguire sempre, se siete di fretta dal minuto 48′, altrimenti dopo la conclusione del video).

ATTENZIONE: l’uso di questo video è a vostro rischio e pericolo! L’autore non può essere ritenuto responsabile per ferite, malattia o morte conseguenti all’uso di questo video. L’indoor Cycling è una attività ad intensa sollecitazione cardiovascolare, dovete essere nella forma e condizione fisica di poterla effettuare. Consultate sempre il vostro medico prima di intraprendere questa attività. Questo video non può sostituirsi a un trainer qualificato, non intende essere insegnamento della disciplina, ma è solo esempio di una sessione di lavoro da me eseguita.  

Musica by Audionautix.comTECH
Video, editing and mix by stefanovisona.com
L’uso, anche pubblico o commerciale, di questo video è totalmente libero e consentito purché se ne indichi l’attribuzione a stefanovisona.com e Audionautix.com per la parte musicale.
Licenza Creative Commons Questo video è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported

Primi scatti Sony A7 con KM 17-35

TECH

italiano
Dopo quasi 3 anni di onorato servizio ho deciso di sostituire la piccola e splendida NEX5 (con cui sono state scattate la maggioranza delle foto in 1=1) con la nuovissima Sony A7. Un salto tecnologico, passo finalmente dal formato APS-C (che non ho mai molto apprezzato) al fullframe (ovvero il sensore digitale è ora di dimensione pari al fotogramma della vecchia pellicola 24×36). Il vantaggio, oltre a quello di una tecnologia aggiornata e qualità di immagine (forse) superiore è quello di tornare a utilizzare le vecchie ottiche per fotocamere a pellicola nei corretti rapporti ottici per cui erano nate (in APS-C c’è un fattore 1.5X). I miei armadietti sono pieni di vecchie ottiche e appena arrivata la A7 la prima lente che ho provato è il Konica Minolta 17-35, ero veramente curioso di rivedere un 17mm in azione in tutto il suo splendore grandangolare. Ecco qui un po’ di foto, senza pretese artistiche:

inglese After 3 years I decided to upgrade my small (and wonderful) Sony NEX5 with the new Sony A7. A real technological jump, I move from APSC-C to FullFrame, a newer sensor, a lot of new camera functions… But IMHO the best thing is that my old Minolta lenses are returning working in the “right” format, for which they were designed. First glass I mounted (with LA-EA4 adapter) is the Konica-Minolta 17-35. I was very curios to see the 17mm in action! Here first shots:

 
Google has deprecated the Picasa API. Please consider switching over to Google Photos

Sony A7-A7R vs MINOLTA 7000

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italianoLe nuove Sony A7 e A7R sono la notizia del momento, che sta facendo ribollire tutti i blog fotografici del pianeta. FULL-FRAME mirrorless da 24MP o 36MP, corpo compatto, attacco E-mount che con il suo tiraggio ridotto permette (con adattatore) di montare praticamente qualsiasi ottica vintage, da Leica M a Zeiss G e qualità di immagine che promette di competere con le Nikon D800. Per chi, come me, ha un discreto corredo ottiche Minolta – Sony sono una grandiosa notizia.

Ma quanto compatte sono? Dopo oltre tre anni che mi porto appresso ovunque la mia NEX5, che sta comodamente nel palmo della mano, per me ora la dimensione compatta è imprescindibile. Nei negozi non sono ancora arrivate, quindi bisogna lavorare di immaginazione. Un confronto virtuale (con altre digitali) può essere fatto su www.camerasize.com , ma non è la stessa cosa di provare a maneggiare qualcosa. Oggi avevo un po’ di tempo e ho tirato fuori dai vari armadietti tutti i corpi macchina che ho in casa, per cercare di capire a cosa più si potessero avvicinare le nuove Sony A7 – A7R. Dopo un po’ di misure li ho fotografati e con Photoshop li ho affiancati (in scala) alla nuova A7. Eccoli nell’immagine sopra: Minolta 7000, Minolta Dynax 7000i, Minolta Maxxum 60, Sony A700, Sony NEX 5. Ultima, la A7 (immagine ufficiale dal sito Sony).

Ebbene, il corpo che più si avvicina per dimensioni e stile alle A7 – A7R è la gloriosa Minolta 7000! La 7000 misura (LxHxP) 144.5 x 92.5 x 60.6 mm, la A7 arriva a 126.9 x 94.4 x  48.2 mm. Nelle immagini sotto i due corpi macchina a confronto. Non penso che la somiglianza sia un caso, la 7000 è considerata la macchina che ha rivoluzionato il mondo reflex negli anni ’80 (introducendo per prima l’Autofocus). Immagino che i designer Sony abbiano voluto sottoindendere qualcosa… vedremo.

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A7-7000

inglese Sony A7 and A7R are the hottest news of the moment, all photo sites on the planet are boiling for them. FULL -FRAME, 24MP or 36MP, mirrorless, compact body, E -mount that permits (with adapter) to mount virtually any vintage lens, from Leica M to Zeiss G and image quality that promises to compete with Nikon D800. For those, like me, has a decent set of Minolta – Sony lenses is a great news.

But how compact are them? After more than three year that I brought with me the NEX5 everywhere , that fits comfortably in the palm of your hand, the compact size for me is essential. In the shops A7-A7R are not arrived yet , so you have to work with imagination. A virtual comparison can be done on www.camerasize.com , but it is not the same thing as trying to hand something. Today I had some time and I put on a table all the camera bodies I have at home , to try to understand what more feel like the new Sony A7 – A7R . After a bit  of measures I photographed and Photoshopped them side by side ( in scale) to the new A7 . Here they are in the image above : Minolta 7000 , Minolta Dynax 7000i , Minolta Maxxum 60 , Sony A700 , Sony NEX 5 . Last , the A7 ( official image from Sony ) .

Well, the body that is closest in size and style to the A7 – A7R is the glorious Minolta 7000 ! The 7000 measure (WxHxD) 144.5 x 92.5 x 60.6 mm , the A7 comes in 126.9 x 94.4 x 48.2 mm. In the images below the two camera bodies in comparison. I don’t think the similarity is a case, the 7000 is considered the camera that has revolutionized the world of SLR in the 80s ( the first to introduce the Auto Focus) . I guess the Sony designers wanted to tell something… we’ll see. TECH